26 luglio 2007

Gesuiti su Second Life

CITTA' DEL VATICANO - Che il web diventi terra (virtuale) di missione. I gesuiti di Civiltà Cattolica lanciano la sfida: il Verbo deve essere diffuso anche su Second Life. Il quindicinale della Compagnia di Gesù dedica infatti un articolo al mondo degli avatar creato da Philip Rosedale, riflettendo sui rischi e sulle potenzialità della predicazione su internet.

Nel mondo in 3D in cui molti assumono una seconda identità per potersi permettere quel che nella vita reale viene negato (compresi comportamenti malavitosi e avventure erotiche hot), esiste anche un fenomeno religioso. L'universo di Sl, fanno notare i gesuiti, si sta popolando di luoghi di "culto" e di aggregazione spirituale. Spazi dedicati alla preghiera, come moschee, chiese, conventi, sorgono per accogliere i fedeli virtuali.

Così i gesuiti si sono chiesti: "C'è (cyber)spazio per Dio?". Per rispondere forse i tempi della seconda vita non sono ancora maturi, ma già esiste "una sorta di piazza delle religioni in cui si ritrovano ricostruzioni (del tutto arbitrarie, comunque) di una cattedrale, di una moschea, di una pagoda, di un tempio zen, di un tempio indù, di una sinagoga, di un tempio Kiva e di un museo dedicato all'umanesimo". Un certo bisogno di preghiera e riflessione, dentro al metaverso, pare dunque esistere. Al punto che qualcuno, spiegano i gesuiti, sta pensando di offrire "un'esperienza di Dio" virtuale.

Ma, scrive Civiltà Cattolica, dietro ai personaggi creati dalla fantasia dei navigatori ci sono uomini e donne veri, forse alla ricerca di Dio e della fede. Per questo su Second Life "ogni iniziativa capace di animare positivamente i residenti è da considerare opportuna". Perché non bisogna dimenticare che "la terra digitale, a suo modo, anch'essa terra di missione".

Fonte la Repubblica.it

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